mercoledì 23 maggio 2007

WORK IN PROGRESS


Botteghe oscure. Brisbane.

giovedì 10 maggio 2007

Resoconto on the road. Parte seconda.

Come dicevo precedentemente, arrivammo a Nimbin, anche se ci eravamo stati solo qualche giorno prima, perche' quel fine di settimana ci sarebbe stato il Mardi Grass festival, e non si poteva mancare.
Inoltre si trovava sulla strada per raggiungere Byron BAy, nostra prossima destinazione e decidemmo quindi di fermarci.



















Una tranquilla Nimbin


Arrivammo, ma non riuscimmo a trovare posto per dormire e decidemmo quindi di trascorrere la notte in macchina.
Nel frattempo il paese non era piu' lo stesso paesino tranquillo di qualche giorno prima, dacche' milioni fra turisti, curiosi, sballoni ecc ecc...si stavano riversando per l'unica via cittadina, stravolgendo completamente la quiete che caratterizza questo posto.
Alquanto saturi di tanto bordello e bailamme, e provati dall'esperienza mele di qualche tempo prima, decidemmo di cercare un po' di quiete al di fuori dei confini cittadini e giungemmo cosi nei pressi di un ruscello.
A quel punto apparvero loro.
Immobili.
Seduti in terra su un masso ad un metro dal sottostante stagno,
vi vedevo,
invece del loro riflesso,
un pezzo d'infinito.
I loro tratti erano sicuramente orientali, capelli lunghi, nero corvino e lisci, barbette incolte. Andavano scalzi, qualcuno a petto nudo, qualcun altro indossava semplicemente un gilet in canapa, ma soprattutto non proferivano parola.
Si immergevano nell'acqua senza che questa si increspasse; non un cerchio concentrico, non una piccola onda.
Fin da subito capii che gli uomini della palude conoscevano qualche ambito segreto e desiderai con straordinario ardore di diventare uno di loro.
Avevo capito fin da subito, dalla loro spropositata compostezza e dalla loro statica dimensione, che i loro piu' grandi nemici erano i ragazzi della compagnia delle indie, con tutto il loro vigore, la loro sfacciatezza, il loro essere troppo pieni di se.
E a me quelli della compagnia delle indie erano sempre stati sulle palle,semplicemente perche' si divertivano troppo e non mi sembrava possibile.
Osservai gli uomini della palude per un tempo senza fine, ma non mi avvicinai direttamente quel giorno.
Sarebbe stato prematuro pensai, e cosi rinviai al giorno seguente.




















Un abitante di Nimbin


Tornammo ordunque alla citta', e il festival cominciava a prender vita; centinaia di zombies, cosi mi parvero, occupavano tutte le strade.
Erano ovunque, chiaramente confusi, senza cervello.
Il prodotto locale aveva avuto ragione di loro.
Io, illuminato di luce nuova dopo quello straordinario incontro, decisi che era il momento di andare a prepararsi per l'indomani e quindi tornammo alla macchina.
Macchina che sfortunatamente avevamo parcheggiato lungo l'unica strada che dalla citta' portava a ostelli e campeggi situati immediatamente fuori, e quindi il via vai di zombies fu continuo per tutta la notte.
La notte passo', ma non riuscimmo a chiudere occhio.
Nonostante cio', mi sentivo pronto per unirmi agli uomini della palude e ci dirigemmo quindi nuovamente al ruscello.
Ci restammo per un tempo infinito, ma gli uomini della palude non apparvero.
Sconsolato, venni portato via da Andreanord e decidemmo di lasciare quel posto.
Perche' non mi avevano voluto con loro?
Dove avevo mancato?
Queste ed altre domande continuavano a balenare nella mia mente, senza lasciare spiragli di luce alla tanto sospirata serenita'.


















In quel posto cielo e terra si incontrarono

Giungemmo cosi a Byron Bay, il punto piu' a est di tutta l'Australia e li ripresi un po' di forze.
Il posto era di uno splendore unico, soprattutto nei pressi del faro, dove dormimmo la prima notte perche' in citta' non si trovava neanche un letto.
Ma il risveglio sul pacifico alle prime luci dell'alba, mi fece completamente scordare la stanchezza dovuta alle 2 nottate in macchina, e decisi cosi di scendere a fare un bel bagno di luce sulla spiaggia.
Poi trovammo finalmente un letto e ci stabilimmo in citta' per un paio di giorni, ma continuavamo a tornare sempre in quella meraviglia di posto, su quella lingua di spiaggia sotto il faro, giusto di fronte ad un antico drago dormiente.























Nessie, drago dormiente, si riposa sullo sfondo

Byron Bay, che deve il nome al nonno di quel cattivaccio di lord Byron, e' davvero un posto prezioso.
Questo pensai.
Ma nonostante tutto questo, non avevo ancora trovato una via di fuga a quelle mille domande che da qualche giorno occupavano la mia testa, e che non mi davano riposo.
Perche' non mi avevano voluto?
Perche'?





















Byron Bay sotto il faro

Decidemmo quindi di spostarci verso nord, e giungemmo nei pressi di Surfers Paradise, una enorme gettata di cemento lungo una bella e rettilinea costa.
Dicono sia la citta' meno tipica d'Australia, patria del consumismo oz, luogo di perdizione per migliaia e migliaia di studenti durante le vacanze estive.
Un incrocio fra Miami, Las Vegas e Rimini.
Noi ci trovammo Giredue, ma questa e' un'altra storia.




























Surfers Paradise


Nonostante un sole allucinante ed una temperatura che era sicuramente sopra i trenta, io girovagavo senza senso qua e la per la citta'.
Avevo perso la speranza, niente aveva piu' senso.
Quel rifiuto era stato per me una coltellata alle spalle.
Ero piombato in un vortice che mi trascinava verso il basso e da cui non sarei piu' riemerso.
Ed invece, quando tutto sembrava perduto, l'eco di una musica lontana mi riporto' per un attimo a galla, e alzando gli occhi al cielo, lo vidi scendere dall'alto.
Cori angelici accompagnavano la sua voce profonda, ferma, e un paradiso di ragazze in costumi dorati lo circondavano.
Sentii pulsare dentro di me linfa vitale, una rinnovata forza energetica, soprattutto a livello spirituale.
Mi dimenticai degli uomini della palude e del loro rifiuto, io non ero fatto per stare con loro, non cosi tanto.
Lui era tornato per darmi la buona novella, per riportarmi sulla retta via, per sconfiggere effimere e precarie tentazioni.





























La luce arrivò dall'alto, anche se solo di un piano.


Il mio umore cambio' di repente, e cosi anche il futuro che se prima sembrava un tunnel intinto nel buio piu' profondo, aveva adesso una incredibile ed inesauribile fonte di illuminazione, e io mi immersi completamente in questa.
Ritrovai antico vigore, un salto nel passato, un ritorno a casa, nuovamente sulla retta via.
L'indomani,
marciammo verso nord.
See ya


mercoledì 9 maggio 2007

Resoconto on the road. Prima parte.




















Australia remota.


IL VIAGGIO

Siam partiti, io ANdreanord e Susie lee un sabato mattina, neanche troppo presto.
Un forte abbraccio ai cugini, le solite raccomandazioni, l'arrivederci al natale e via, Susie Lee sfrecciava verso nord.
Entusiasmo e eccitazione a livelli straordinari, non che occorra dirlo, ma quello che mi sarebbe accaduto da qui in avanti mi stampava sul viso un sorriso che davvero non saprei come descrivere e che lascio quindi a vostra libera interpretazione.
Seguendo quanto riportato dalla bibbia del viaggiatore indipendente e disorganizzato, ci siamo fermati in un paio di posti che a dir la verita' non meritano neanche menzione, tanto poco e' stato quello che avevano da offrire che la nostra voglia di raggiungere una meta finalmente degna di nota si e' impennata all'improvviso portandoci a oltre 1000 km da Sydney.
Strada facendo il panorama cambiava, la civilta' scemava cosi come le abitazioni che si facevano sempre piu' rade, e distese infinite di praterie e boschi ci si spalancavano davanti.
UN cielo sconfinato ed un sole davvero potente a sugellare quella meraviglia di paesaggio e il piacere della scoperta che dentro di me si nutriva finalmente di luce nuova.
Grandioso, ma d'altronde qui e' davvero tutto grandioso, dai gamberi alle banane e via dicendo.




















On the road


Siamo arrivati dapprima a Nimbin, piccolo villaggio fatato abitato e "gestito" da hippies che vi ci son stabiliti una quarantina d'anni fa, un po come capito' a Christiania, Copenaghen, tre decenni orsono.
Ma al contrario della collega danese, Nimbin vive ancora e gode di ottima salute e giusto in quei gironi ci sarebbe stato il Nimbin mardi grass, ossia 3 giorni all'insegna del Peace and Love, che chi piu' ne ha piu' ne metta.
Attorno solo campi e colline, e visto che ci abitano solo hippies, potete benissimo immaginare di cosa si parli quando si parla di agricoltura locale.
Ma vi raccontero' piu' avanti.
Dopo una notte trascorsa a Nimbin, decidiamo di chiamare il numero che ci fornisce info su dove trovar lavoro nelle farms(fattorie).
Ci indicano Stanthorpe, 200 km nell'entroterra e li ci dirigiamo.
Per arrivarci 100 km in mezzo al bosco, pochissime macchine e niente di niente se non bosco e bosco.




















Arriviamo a Stanthorpe, siamo a 900 metri sul mare e il clima e' cambiato.
Inizia a fare freddo, soprattutto quando il sole va morendo.
Ma gia' dall'indomani si inizia a lavorare e la cosa ci conforta.
Pensiamo di star li almeno 2 settimane, io esagero e dico un mese, si tiran su 4 soldi e poi si parte a farsi qualche bel tour qua e la. D'altronde per farsi un anno a zonzo occorre cash, e la nostra idea e' proprio quella:si lavoran 2 settimane, 1 mese in un posto, e poi due settimane 1 mese di vacanza e esplorazione.
Il tutto spostandosi continuamente attraverso il continente.
L'idea originale era quella, e noi che dopo solo tre giorni avevamo gia' lavoro eravamo davvero ottimisti.
Ma una volta ricevute le indicazioni per raggingere il posto l'indomani, mi e' bastato leggere il nome della compagnia per capire che qualcosa sarebbe andato storto:



Rizzato & sons.

La mala mela

Il giorno dopo ci presentiamo a Mr.Rizzato, i cui genitori emigraron da treviso, e dopo aver ostentato estrema sicurezza nell'assicurargli almeno 1 mese di permanenza, ci muoviamo alla volta del nostro settore, il blocco ML.
Arriviamo, ci danno un cazzo di grembiule con tascone davanti da far schiattar d'invidia un canguro, ci assegnano un trattore,un poderoso Hudson del '43 e in fila indiana dietro al boss, una donna australiana tutta d'un pezzo convinta di esser lei quella che porta i pantaloni in casa, raggiungiamo i tanto sospirati filari.
2 minuti di spiegazione, 2 scale pesantissime in ferro e 3 cassoni enormi da riempire prima di tornare col trattore al punto di smistamento dove avremmo dovuto lasciare le casse piene e tornare con quelle vuote.






















Sull'Hudson del 43 andando verso il blocco ML.

Le prime 3 4 ore mi trovano entusiasta.
C'e' un sole bellissimo, siamo in mezzo a miliardi di meli e mi divertivo tantissimo a far capolino dal mio filare con la scale, per vedere 5-10 -20 filari piu' in la' la testa di qualcuno che aveva avuto la mia stessa ispirazione.
Cazzo pensai, in mezzo alla natura, ti abbronzi pure e prendi anche un bel po di soldi.
Poi venne il boss a controllarci un paio di volte, facendoci perdere 20-30 minuti ogni volta.
Ci rimprovero' per il lavoro fatto fino a quel punto, ma eravamo nuovi del mestiere e ci salutammo ogni volta con una battuta ed un sorriso.
Mano a mano che le ore passavano ci si iniziava a render conto di quanto fossero grandi le casse da riempire e si iniziava a sentir anche la stanchezza dovuta agli innumerevoli spostamenti di quelle cazzo di scale di ferro del cazzo che pesavano davvero assai.
Il primo giorno, togliendo tasse e la quota del trial period portammo a casa 40 dollari netti a testa.
Ma e' solo il primo giorno, un po alla volta si prendera' mano e allora saremo ricompensati ampiamente.
Questo mi dicevo e dicevo al mio compagno di viaggio Andrea che invece ne aveva gia' le palle piene e meditava di spostarsi quanto prima.



Un giulivo Andreanord il primo giorno


Ma io no.
Io sarei rimasto.
Questo gli dissi, poi l'avrei raggiunto.
Tornammo al caravan park dove avevamo affittato una stanza fra le tante che componevano una specie di prefabbricato e che erano occupate da almeno una ventina di altri ragazzi nella nostra stessa situazione.
Grigiore, freddo, uno squallore come ce ne sono poche , senza cucina e con la luce del bagno a intermittenza.
Ma soprattutto non un sorriso ne una risata, l'atmosfera li dentro era veramente cupa.
Poi la stanchezza prese il sopravvento e alle 8 dormivamo di gia'.
L'indomani partiamo di nuovo, ma ci fanno aspettare due ore prima di iniziare perche' le mele non sono ancora a temperatura ideale, e quindi ci tocca star li ad aspettare 2 ore senza far niente. Poi finalmente iniziamo, ma puntualmente arriva il boss a faci perder un bel po' di tempo, e noi che lavoriamo a cassa enon ad orario siamo alquanto perplessi di quanto sta succedendo. Soprattutto io, vado bruscamente perdendotutto l'entusiasmo iniziale.
Ma quel giorno tiriamo su almeno il doppio e finalmente vedo una ragazza sorridere e per questo la ringrazio.
Il primo sorriso in 2 giorni.
Poi, a lavoro finito, decidiamo di farci un giro in citta' a veder com'e ' e scopriamo tutto quel che c'e': un mcdonald, un woolworths, ed un pub.
Niente di piu'.
Torniamo a casa nello sconforto.
Il mese che avevo programmato di passar qua si era drasticamente ridotto a due settimane prima e ad una poi, nel pomeriggio. Li ci promisimo che ce ne saremmo andati il venerdi sera, due giorni dopo, visto che avevamo pagato tutta la settimana per la stanza e ci avevamo passato solo una notte fino a quel momento.
Il terzo giorno stessa storia, ci fanno aspettare 2 ore per niente, poi arriva ancora la cazzo di boss a bacchettarci e a farci perder prezioso tempo, fatto sta che ne avevamo le palle piene e abbiamo mandato tutto a fanculo e ci siam seduti fra i filari a gustarci il panorama e ad aspettare le 4 per potercene andare.
E cosi e' stato.
Ancora una notte nel campo di concentramento dove eravamo finiti e l'indomani siam ripartiti destinazione Nimbin, dove si sarebbe svolto il Mardi grass , e dove feci un incontro che probabilmente avrebbe cambiato la mia vita.
Fu li infatti, nel tepore di un assolato pomeriggio che li vidi, io risalivo il fiume e loro invece sembrava fossero li da sempre, calmi placidi tranquilli.

(to be continued....)