sabato 19 gennaio 2008

Work in progress

Al momento in TAsmania, affronto in solitaria l'overlandtrack.

NEi giorni trascorsi c'ho dato di ciliegie e mirtilli, giornate nei campi e sana(?) vita all'aperto.

Continuo a suonare chitarre occasionali.

Ci sto prendendo gusto.

Ma la cosa piu' bella e' che chi mi sta attorno inizia a prenderci piu' gusto di me.

See ya soon.

venerdì 4 gennaio 2008

I saw the kolossal landscape







Ricordo che ancor prima di metter piede su suolo australiano mi interessai alla questione aborigena.
GLi aborigeni sono qui da 40000 anni, noi bianchi da poco piu' di 2 secoli.
Purtroppo la storia ci insegna come anche la loro vicenda sia piena di sangue, violenze, occupazione, abusi e soprusi in virtu' di una terra, ricchissima, che faceva gola a molti dei grandi imperi d'allora.
GLi inglesi arrivarono prima di tutti gli altri.
E gli aborigeni, lentamente(??) divennero minoranza, cacciati in delle riserve e privati dell'utilizzo della propria terra.
TRattati come selvaggi, diversi, senza diritti.



IN America, giusto per fare un paragone tra i piu' famosi, accadde lo stesso con gli Indiani.
Ma a voler far paragoni si rischia di perdersi, dacche' innumerevoli gli esempi di colonialismo dilagante e voracita' occupazionista che si sono avvicendati nei secoli.
Homo homini lupus.
SE c'e' della ricchezza di mezzo poi, non ne parliamo.
La lezione non e' dunque nuova.
Ricordo come nei mesi appena trascorsi mi trovai a discutere con differenti persone, in differenti localita' qui in Australia, sulla mia volonta' di saperne di piu', magari andando a trascorrere qualche tempo in una comunita' aborigena per cercare di coglierne l'essenza.
NOn uno che mi abbia incoraggiato.
Anzi, ad essere sincero ho come avuto l'impressione che si cercasse di spaventarmi.
E mi spaventai davvero, ma non degli aborigeni, bensi del forte razzismo che esiste nei loro confronti.
"Sono degli sbandati, bevono tutto il giorno, sniffano colla e benzina, bruciano le case e le automobili che il governo regala loro.
Sono incivili, fottuti selvaggi.
Comunque, se continui ad essere convinto nel volerci andare, beh, buona fortuna.
Ne avrai bisogno."
NOn so spiegare il perche', ma istintivamente mi schierai dalla loro parte;sara' che da sempre nutro simpatie per le minoranze, soprattutto quando oppresse e sfruttate:oggi gli aborigeni, ieri a migliaia fra altri popoli e stirpi.
Ma la mia solidarieta', purtroppo non e' che valga molto a fini pratici.
Viaggiando verso nord, nei mesi scorsi, ebbi modo di vederne , e inequivocablimente, di saperne di piu'.
"Distruggono le case che il governo costruisce appositamente per loro, distruggono le jeep e sniffano la benzina.
Fottuti incivili!"



Una volta di piu'.
Ora io non voglio far politica, tale tipo di gossip e spettacolo promozionale mi e' venuto a noia da diverso tempo oramai, e se me ne sono andato fuori dal cazzo, in minima parte, e' anche per quello.



Ma vedete, se io fossi un aborigeno, con tutta la mia storia alle spalle, e con tutte le violenze che il mio popolo ha subito nei secoli, a vedermi regalare un prefabbricato a piu' pieni in mezzo al deserto, sotto il sole cocente, non me ne farei niente.
Di una jeep nuova, quando i miei avi si sono mossi per il continente in lungo e in largo,A PIEDI, non me ne farei niente.
Perche' non mi interessa.
NOn sono contentini che fanno passare in secondo piano altre questioni.
"Bevono e si ubriacono, fottuti incivili" si e' detto una volta di piu'.
Ma chi non beve qui?
C'e' forse un bianco che puo' fregiarsi di tale cosa, soprattutto al nord?
NOn credo.
NOn fanno altro, non c'e' altro da fare.
Non c'e' un minimo di cultura, tutto viene affogato nell'alcool, si diventa aggressivi e poi se le danno di santa ragione.
Ma i fottuti incivili restano loro.
ANche se l'alcool e' l'unica cosa che abbiamo"donato" loro.
Per il resto niente di niente.
NOn c'e' mai stata reale apertura nei loro confronti, non si e' mai cercato il dialogo.
Solo imposizioni, ancora ed ancora, anche se le cose, da qualche punto di vista, lentamente stanno migliorando.

Dopo tanto viaggiare attraverso le loro terre, sono infine giunto a ULuru o Ayers rock, uno dei luoghi piu' famosi e fotografati d'Australia.
Sapete, quella rocca in mezzo al deserto sotto un cielo inimmaginabile.
E devo dire che e' allucinante.
BEllissimo.
In mezzo a niente spunta questo monolite di roccia rossa, levigata, enorme.
IL suo colore cambia col trascorrere delle ore e con i diversi riflessi solari.
ERa da tanto tempo che non mi emozionavo come allora, credo da quando mi trovavo alle Whitsundays in barca a fare il mozzo.
Lo abbiamo osservato, aggirato, studiato per diversi giorni.
ERavamo li solo per quello.


Io e Mr.Shin ce la stavamo godendo tutta


ANche VAlentina si dimentico' di chiedere del colore preferito.



Sguardi d'amore: la luna e ULuru


Come molti altri.
ED ognuno lo viveva a proprio modo, fino al momento del tramonto, quando tutti gli occhi si posavano su quello splendore che si e' rivelata essere la natura una volta di piu', mutandone il colore come un pittore divino che mischia le tempere sulla tavolozza.
DA togliere il fiato.
Li tutti in silenzio, rispettosi, timorati.
ULuru e' luogo sacro per gli aborigeni.


Please Don't Climb Uluru
Nganana Tatintja Wiya - 'We Never Climb'
The Uluru climb is the traditional route taken by ancestral Mala men upon their arrival to Uluru. Anangu do not climb Uluru because of its great spiritual significance.
Anangu have not closed the climb. They prefer that you - out of education and understanding - choose to respect their law and culture by not climbing. Remember that you are a guest on Anangu land.
Also, Anangu traditionally have a duty to safeguard visitors to their land. They feel great sadness when a person dies or is hurt.

La scalata(chiusa) a Uluru.




A vederlo e viverlo, l'ho sentito dentro, spiritualmente parlando.
E nonostante cio' avrei voluto salirvi in cima.
Ognuno ha i suoi motivi.
Io, prima di arrivarvi, parlando con i miei compagni di viaggio, spiegavo loro che se mi fossi fermato di fronte a questa montagna, mi sarei fermato anche di fronte ad altre, e la cosa non mi piaceva.
Questo pensiero non mi piaceva.
E non solo perche' amo la montagna.
Ma riguardo a Uluru c'e' da dire che le cose stanno diversamente.
Qui non si tratta di salirvi o meno.
Tutta questa sacralita', una volta di piu' passa in secondo piano.
E te ne rendi conto quando vedi che per accedere alla sommita' hanno conficcato pali in acciao lungo un crinale, per farvi scorrere una catena cui aggrapparsi per trarne aiuto.
E si che l'invito a non salirvi viene ribadito da cartelli, segnali e quant'altro un'infinita' di volte.E poi ti trovi i pali in acciaio e la catena.
Sacralita'?
Per favore.
Blasfemia.
Presa per il culo.
O semplicemente poco rispetto.
Ma la colpa non e' degli aborigeni.
Semplicemente fa parte del gioco, che a loro piaccia oppure no.
Io ero pronto a salirvi.
FOrse c'era da opinare su questa mia volonta'.
E lo accetto.
Ma poi si e' messo di mezzo il vento, e l'accesso alla scalata resto' chiuso.Sempre.
Quindi non se ne fece niente.
Ma col senno di poi la cosa non mi turbo' piu' di tanto.
Ci sarei andato in cima, con le mie motivazioni e senza voler mancare di rispetto a nessuno.
E se ne avessi avuto l'occasione avrei anche provato a spiegarlo ad un locale, un Anangu.
Che mi sono rotto le palle, che tutto funziona, ma non funziona.
Che non si capisce un cazzo.
Che e' sacro, non ci si puo' salire e poi ci piantano i paletti d'acciao con la catena.
Ma allora , come bisogna prenderla questa cosa?
Cosa serve, la mia solidarieta'?
Quella c'e' tutta.
E se ne avessi avuto l'occasione lo avrei anche spiegato.
Ci avrei provato.
Giuro.
Ma forse, ad un aborigeno, locale o non, di sentir un altro bianco che parla, dice, promette e poi se ne sbatte, la cosa non sarebbe fregata affatto.
Anzi.
Niente di nuovo.
E' cosi da secoli ormai.
E hanno ragione.
Ma ,dal mio punto divista, ce l'ho anch'io.
Cosi me ne andai, e non potevo far niente.
Mi ritrovai amareggiato, e mi maledii, una volta di piu', per non aver detto di si a quel bianco su a Katherine che mi aveva chiesto se volevo combattere, perche' ce le saremmo date di santa ragione, e forse tutti questi cazzo di interrogativi e questioni sarebbero passate in secondo piano.
Forse.
NOn c'entrava niente.
Ma mi sarei voluto sfogare.
E probabilmente sarei caduto in errore anch'io.
Nuovamente.
Ma per una volta ci sarei caduto con gusto.
Ma pensa te che discorsi siam finiti a fare...
FA parte del viaggio.
State bene.



Le olgas.







ULuru da 35 km di distanza.


Sullo sfondo le Olgas.



Pianeta rosso.










DAl nulla si erge Uluru.