venerdì 27 aprile 2007

On the run

Sono ufficialmente in viaggio.
Rientro a Sydney previsto fra 8 mesi.
Hasta la vista brothers.

La mia prima volta con Susie Lee

Era il mio primo giorno da disoccupato.
Un lunedi pomeriggio,
presto,
neanche le due.
Gia' da qualche ora me ne stavo tranquillo e solitario al black goose pub, occupavo lo stesso posto, seduto su uno sgabello, gomiti poggiati sul bancone.
Una buona pinta, a scaldare l'animo, davanti.
Avevo deciso la mattina stessa,
al risveglio,
che quel giorno mi sarei dovuto fare una pinta per ogni giorno in cui avevo lavorato.
Quel giorno stavo lavorando parecchio, si puo' dire che stavo gia' facendo degli straordinari, perche' nell'arco di poche ore avevo gia' ovviato ad una decina di giorni.
Me ne mancavano ancora 3 mezze dozzine.
Mica da riderci su, se non in condizioni come le mie a quel punto.
E nel frattempo pensavo a tutto, e sicuramente anche a piu' di tutto questo. E cosi, pensiero su pensiero, ascoltai me stesso e decisi che oltre ad una sana bevuta, mi meritavo qualcosa in piu'.
Mi ci voleva un premio.
CRisto, mi dissi, non si puo' mica sempre lavorare e bere.
ERo arrivato qui con sogni di gloria, avrei sbarcato il lunario, questo pensavo.
Mi ero ritrovato invece a far il cameriere in un pub qui all'angolo e a giocare quello che guadagnavo ai cavalli.
La solita vecchia storia di una vita che non vale un cazzo.
La risposta non tardo' a farsi attendere.
NAcque impetuosa, spontanea, piena di vita.
CAzzo, era da quasi due mesi che non andavo con una.
Quale occasione migliore per bagnare l'evento?
Cosa poteva fermarmi a quel punto?
Nessuno da ascoltare, nessuno a cui dover render conto.
Libero, avrei fatto di testa mia; come si dice nella casa delle liberta', facciamo un po' come cazzo ci pare.
Mi alzai di scatto.
SApevo dove trovarla.
Lasciai il mio bicchiere ormai vuoto sul banco, dirigendomi , precariamente in equilibrio, verso l' uscita da cui faceva capolino un timido sole.
Mi diressi verso Kings Cross.
Fu L'Ali3no a parlarmene un giorno, mi disse che spesso ci andava anche lui.
E che se avessi guardato nei sottoscala, ci avrei sicuramente trovato anche il vecchio Petey il civetta.
Arrivai al distretto, cominciavo a vederne diverse.
Le osservavo, ma di sfuggita , una ad una.
Fino a che non vidi lei.
Non so cosa mi colpi' in particolare, ma ne fui da subito attratto.
Mi ci fermai davanti, la studiai qualche momento.
Poi , alle mie spalle, spunto' un tizio.
Mi disse che per lei avrei dovuto parlare con Big Dick, dentro, in quella accozzaglia di lamiere che chiamavano ufficio.
Entrai e trovai quel porco grassone di Big dick impegnato ad affondar le fauci in un Hotdog straripante di salse che gli gocciolavano sulla camicia.
ERa disgustoso.
"SAlve", dissi.
"Son qui per lei", e indicai la mia preferita attraverso uno spiraglio nella finestra.
"Ah", rispose lui, "ti piace MAgdalene uh?".
" E per quanto la vorresti, qualche ora, un giorno, una settimana?".
Parlava con la bocca mezza piena il grassone del cazzo; la mia visita lo aveva distolto dal suo ripugnante spuntino.
Gli occhi iniziarono a brillargli.
"La voglio per tutto il tempo che mi serve, non voglio limiti con lei. Voglio sapere quanto vuoi."
Il porco di Big Dick, deglutendo l'ultimo boccone, e asciugandosi le dita unte sui pantaloni, mi disse che me l'avrebbe data, e ci avrei potuto fare tutto quello che volevo, per 2600 dollari.
LA bimba era giovane, ma aveva esperienza da vendere in rapporto all'eta'.
Sapeva il fatto suo.
La cifra non mi sembro' esagerata.
Trattammo un po', feci la mia offerta.
Mi disse di no.
Allora, feci per andarmene, aprii la porta pronto a chiudermela definitivamente alle spalle, ma prima che questo accadesse, udii la voce di GRan CAzzo(traduzione letterale di BIg Dick) che voleva la mia attenzione.
L'avrei avuta per 2400.
CAsh subito.
E la cosa finiva li.
Io avevo offerto di meno, ma in quell istante gli occhi mi si posarono ancora una volta su di lei, fuori dalla finestra, mi sorrise, sembrava che stesse aspettando me da chissa' quanto tempo.
E poi, non mi sembrava felice qui.
L'avrei avuta, questo mi dissi.
Cosi mi girai verso il porco, e gli dissi ok.
Tirai fuori i soldi, glieli contai davanti e glieli adagiai sul tavolo.
GRan Cazzo, eccitato alla vista dei verdoni, inizio' a rigirarsi le mani.
"Sei un figlio di puttana" gli dissi senza che questi distogliesse lo sguardo da quella conta che lo teneva cosi impegnato.
"Perche' credi che faccia questo lavoro, perche' mi piace?
O pensi\che ci abbia studiato per arrivarci?
Levati dalle palle e portati via la gallinella, ragazzo."mi rispose, con lo sguardo incollato ai verdoni che si passava da mano a mano.
Mi lasciai alle spalle la porta, sbattuta violentemente.
Mi diressi verso di lei, Magdalene , l'aveva chiamata, ma per me fin da subito fu Susie Lee.
Non le dissi niente, e lei fece lo stesso.
Pensai che un drink forse sarebbe servito a rompere un po' il ghiaccio.
Susie Lee beveva che era un piacere, ad un drink ne fece seguito un altro e un altro ancora.
La cosa ando' avanti per qualche ora ma ne uscimmo sicuramente piu' in confidenza.
La portai a casa quella sera stessa.
Cominciammo ad amoreggiare, ormai eravamo praticamente intimi.
DEntro ci stavo molto bene, mi sembro' comoda fin dal primo istante.
Nessuna strana posizione, io sopra lei sotto.
Dopo un po' mi ci addormentai dentro.
E quando mi svegliai, al mattino, eravamo ancora nella stessa posizione.
Ne ero di gia' perdutamente innamorato.
Accanto a lei tutto mi sembrava diverso, non pensavo piu' all'anonima vita da perdente che avevo fatto fino a quel momento, il futuro sembrava brillare di una luce nuova.
Presto l'avrei portata via da quell'inferno, si meritava di piu'.
E con lei me ne sarei finalmente andato anch'io.
Non so cosa ci avrebbe riservato il futuro, non so che direzione avremmo preso.
Ma niente poteva preoccuparmi.
ERo ringiovanito.
Ero felice e pieno di me.
Libero, leggero, sovrappensiero.
Di nuovo,
perdutamente,
innamorato.



The beautiful one and me.

martedì 24 aprile 2007

Tutto in un week end

Ricordo lo stupore iniziale dei primi giorni qui, dettato soprattutto dalla novita' della casa. Ricordo di come non tenessi nascosta questa cosa e di come anzi ne rendessi partecipi i miei cugini.
Loro, Fab in particolare, divertito quanto me, mi raccontava di party memorabili che ci avevano tenuto, soprattutto in estate, tutti in costume, barbecue a pieno regime bagnato da fiumi, anzi piscine di alcool, entusiasmo alle stelle.
Ed io, mentre mi figuravo tutto questo, pensavo che certe cose le avevo viste solo alla tv. Fatto sta che se ne parlava gia' da qualche settimana, lo avevo capito, era nell'aria.
E cosi, sagaciamente, i miei cugini Fabrizio e Sabrina han ben pensato di spedire i genitori in un resort ad un centinaio di chilometri da Sydney per un 3 giorni/2 notti, e poter cosi assumere il controllo e il patronato della casa.
Logisticamente perfetti.
Sabato.
Rientro dal lavoro che non erano neanche le 2.
Trovo Fabrizio sul vialetto di casa che scarica scatoloni dalla macchina e li ammucchia vicino al garage.
Lo aiuto a sistemare bevande e cibarie varie, e alle 2 e 40 circa mi aziono sulla modalita' Drinkin' mode: cin cin, cheers, salute.
La giornata e' appena iniziata.



Modalita' drinkin' mode: IMBRIAG-OFF


Passo buona parte di quel pomeriggio a bordo piscina, la giornata e' calda e splendida, le birre che mi scolo lo sono ancor di piu'.
E' tardo pomeriggio quando comincia ad affluire un po' di gente.
Io sono in vantaggio di almeno una dozzina di lunghezze e diciamo che la cosa mi facilita l'approccio con le persone, donando estrema fluidita' al mio inglese.
Non ricordo di preciso che ora fosse, eravamo comunque gia' una trentina di persone, e all'improvviso un forte odore di bruciato e conseguente coltre di fumo si annunciano.
Il timer della piscina era in corto circuito, disattiviamo il sistema, ma ormai fra puzza di bruciato e nebbia il danno e' fatto.
La cosa sembra non destare minimamente preoccupazione.
D'altronde, non c'e' niente di meglio per un beone che avere un drink in mano e sapere che ce n'e' ancora in quantita' industriale per l'immediato avvenire.
E li di beoni ce n'erano tanti.
Il party procede che e' una meraviglia, continua ad arrivare gente, chi con casse di birra, chi con tre pesci enormi che non avevo mai visto prima e che vengono adagiati sul barbecue assieme a salsicce, spiedini, pezzi di pollo ecc ecc.
Ognuno porta qualcosa.
Il frigorifero esplode di alcool.



Modalita' Drinkin' mode: Imbriag-ON

Ci si alterna fra dentro e fuori, e all'improvviso, facendomi strada a tentoni nella coltre di fumo giungo al bancone del bar e mi faccio fare un White Russian.
Me lo trinco che e' una meraviglia.
Ed anzi, decido di farmene uno fatto da me.
E'un White Russian strepitoso, un bel bicchierone da mezzo litro.



Modalita' Drinkin mode: imbriag- STAND BY


Al che mi adagio su un divano, dove, sotto lo sguardo divertito di chi mi siede di fronte e le loro grasse risate, ciondolo la testa a destra e sinistra, avanti e indietro, sintomo di un inequivocabile stato di confusione.
All'improvviso, con una risata piu' grassa di tutte le loro messe assieme, scatto all'in piedi e prendo congedo.
Mi dirigo verso la mia stanza dove disattivo la modalita' drinkin mode.
Al mattino la sveglia mi riporta bruscamente alla realta'.
Giusto il tempo di prender coscienza che un fortissimo mal di testa non tarda nel farsi annunciare.
A stento mi porto in piedi, esco dalla stanza e percepisco fortissimo l'odore di bruciato.
Quello che vedo mi lancia nello sconforto che neanche il campo di battaglia alle Termopili dopo i tre giorni di combattimento. I
resti del Party erano ancora li, caldi, sembrava fumassero.



Modalita' drinkin mode: Imbria- GONE


Io fra l'altro ero in ritardo pazzesco.
Gia', perche' quel giorno lavoravo.
E la domenica e' sempre stato un giorno pazzesco al lavoro. Troppa gente.
Per strada mi metto a correre ed arrivo al lavoro che erano passati 5 minuti dalle 8.
Alle 8 e 20 ero gia' sulla via del ritorno verso casa.
Appena arrivato mi scuso per il ritardo e lo stupore m'assale quando mi rendo conto di come il tono della mia voce sia piu' basso, camuffato, greve, gutturale.
Decisamente insolito.
Intuisco dall'espressione di chi a me rivolge lo sguardo che non sono l'unico ad aver notato questa cosa.
Lo stupore si dipinge loro sul viso.
Cerco di far passare la cosa inosservata mettendomi subito al lavoro, ma non mi sento affatto bene.
Sento ancora fortissimo l'odore di bruciato, segno inequivocabile che ne sono completamente impregnato.
Devo grigliare il bacon, e la prima ondata di bacon in cottura che mi arriva al naso, mi smuove qualcosa dentro.
Meglio non attendere il secondo movimento tellurico intestinale, mi dico a bassa voce, le conseguenze potrebbero essere devastanti, per me, per il bacon che mi sta di fronte e per tutte le persone presenti in quel momento nel cafe'.
Adducendo "malessere fisico dovuto ad esagerata e prolungata inalazione di fumo dovuta a corto circuito del timer del pulitore della piscina di casa di mio cugino nel cuore della notte", chiedo di poter tornare a casa.
Ci torno pronto a lanciarmi sotto una doccia bollente e in un sonno rigenerante e ristoratore, ma varcata la soglia di casa intravedo mia cugina Sabrina ed un'amica con sacco dell'immondizia, guanti, scope e palette.
Sono Fottuto.
I cugini grandi, i loro genitori, torneranno di li a poco.
E c'e' parecchio lavoro da fare.
Ma io, che non mi sento affatto bene e sono per questo oggetto di scherno per i miei cugini, me la prendo assai comoda.
Una forchetta in piscina mi tiene impegnato per 25 minuti circa, ma alla fine riesco ad averne ragione grazie all'ausilio di una canna da pesca.
Geniale.
L'aspetto della casa , man mano che il tempo passa migliora decisamente e va di pari passo col come mi sento anch'io.
Finiamo(finiscono) di mettere a posto, che a parte un truce odor di bruciato sembra non sia successo niente.
Qualche pianta in giardino rotta qua e la, qualche macchia sui muri, tonnellate di bottiglie nei bidoni per il vetro.
Per il resto ok.
E cosi, quando finalmente mi immagino pronto per la doccia e per il sonno rigenerante, mia cugina, poggiando la cornetta del telefono mi dice: "Pomeriggio c'e' un barbecue da un mio amico, vuoi venire?".
Che domanda, le rispondo.
Al Barbecue a casa di un ragazzo libanese, mi piazzo su una comodissima poltrona in terrazza, vista mare, e inizio a scolarmi birrozza dopo birrozza.
Una volta di piu'.
Scrivo al manager del caffe' scusandomi per la mattinata e chiedendo quando dovevo andare la prossima volta.
Nelle ultime settimane avevo lavorato 6 giorni su 7,e quindi immaginavo di dover andare gia' il mattino successivo.
Come sempre da tre settimane a questa parte.
Mi risponde che aveva capito che stavo male dagli occhi e dal tono della voce e che non avra' bisogno di me se non per i fine settimane, le cose nel caffe' cominciano ad andar bene ed il figlio, che prima lavorava all'esterno per non sottrarre denaro alla attivita' di famiglia, da poco intrapresa, iniziera' dall'indomani a lavorare li.
Quindi, mi dico pensieroso, ho perso anche il lavoro.
Dopo un po' assumo stato vegetativo catodico, sguardo fisso all'imbrunire.
Avevo anche dimenticato a casa il tabacco , cazzo.
Mia cugina, dopo qualche ora mi raccatta, e torniamo a casa.
Son tornati i genitori, si cerca di far gli indifferenti, ma non oso immaginare all' aspetto che devo avere.
Anticipo il tutto dicendo che non mi sento bene, li invito a guardarmi in faccia e a sentir che voce ho, spiegando quello che e' successo. Me la cavo abbastanza bene, ceno, rollo una disonesta e finalmente mi assopisco.



Immagine di repertorio. Quel giorno vedevo tutto in bianco e nero.


L'indomani, essendo disoccupato di recente, mi unisco a mia cugina ed amiche, in gita all'easter show, una fiera impressionate per mole e varieta' che si tiene ogni anno per tre settimane poco fuori Sydney.
La giornata trascorre tranquilla, c'e' di tutto, dai concorsi di bellezza per animali, a dimostrazioni di moto e macchine acrobatiche, dalle giostre a esposizioni che vanno dalla frutta(le mele blu?)a vasche idromassaggio passando per motoseghe , intimo, abbigliamento ecc eccc.
E visto che sono in gita, finalmente disoccupato, ci facciamo anche un bel giro sulla ruota panoramica.
Che veder le cose dall'alto, di tanto in tanto, fa sempre bene.



Gira la ruota.Girala.

Torniamo a casa, sfuggendo alla calca di chi accorreva per la prima di quattro serate dei RHCP. Stufi, ma sereni.
Cena frugale, e come sempre dopo il caffe', scendo in giardino a rollarmi una disonesta. Tranquillo e rilassato come non mai, cammino scalzo sul prato.
Di tanto in tanto, fra una boccata e l'altra, mi insospettisce pero' l'odore che c'e' nell'aria; rientro e chiedo a Gianni, mio cugino maggiore, se per caso ha messo del fertilizzante nelle piante perche' giu' c'e' davvero un odore strano.
Scendiamo.
E' gas, e' evidente.
Lo sguardo di entrambi si posa sul Barbecue, in quella direzione ci dirigiamo.
L'odore si intensifica e badate bene che siamo all'aperto.
Chiude i rubinetti esterni.
Accendo la luce.
Svestiamo il grande Barbecue del suo involucro, ne alziamo il coperchio.
L'odore e' fittissimo, insopportabile.
Tutti e tre i rubinetti sono aperti.
Ripenso a Fabrizio che cucinava che era una meraviglia la sera del Party, ma eran di gia' passati due giorni.
Possibile?
Nel frattempo Gianni chiude i rubinetti, ed in una fraziuone di secondo, inspiegabilmente allunga la mano verso l'interruttore a scintilla dicendo"fammi provare una cosa...".
E' una frazione di secondo, non ho neanche il tempo di dire "NNOOOOOOOOOOOO!" e forse neanche di pensarlo.
"CLICK".
Una vampata impressionante ci circonda.
Ricordo molto bene il suono di quella vampata.
Sordo.
Io, che mi trovavo a circa un metro e mezzo da mio cugino, che era invece proprio di fronte ai fornelli, istintivamente porto il braccio sinistro davanti al volto e con un movimento degno del miglior Matrix, mi piego all'indietro evitando la vampa.
Quando riapro gli occhi, vedo Gianni passarmi davanti, la maglietta in fiamme. Fortunatamente la piscina e' li a due passi, freneticamente si sciacqua faccia e braccia.
Il polso inizia a bruciarmi. Non dico niente.
Partiamo per il pronto Soccorso, Gianni col volto coperto da un asciugamano inzuppato d'acqua inizia a lamentarsi.
Si sente bruciare.
Passiamo li diverse ore, c'e' parecchia tensione.
Ci raggiunge Fabrizio, gli dico del Barbecue, lo sconforto lo assale.
Evidentemente si sente responsabile.
Entriamo a turno a vedere Gianni.
La faccia esageratamente gonfia, bolle d'acqua che nascono come funghi.
Le labbra enormi.
I capelli bruciati.
Gli occhi a spillo sottolineano le gia' tre iniezioni di morfina per lenire il dolore.
Io, durante l'attesa, faccio vedere il polso che viene immerso in un contenitore pieno di ghiaccio. Dopo qualche ora torniamo a casa.
Gianni restera' li sotto osservazione.
La moglie Angela con lui, a vegliarlo durante la notte.
Ma tutto sembra tranquillizzarsi.
Fortunatamente non ha inspirato la vampata, la lingua non e' nera, e l'aver avuto gli occhiali gli ha salvato la vista.
Il giorno dopo Gianni e' stato dimesso con ustioni di 2 grado sul viso e sulle braccia. Ma vederlo sorridere ci ha rincuorato e rasserenato tutti.
Soprattutto Fabrizio, che alla vista del padre bendato come Tutankamon la notte prima, era stramazzato sulle ginocchia, sentendosi morire.
Ora tutto sembra passato.
Gianni e' a casa in via di guarigione, invidiatissimo da tutte le donne che lo vengono a trovare per via di quelle labbra che neanche Angelina Jolie, e per quel viso tiratissimo che va scoprendosi ogni giorno di piu' e che gli dona una decina di anni in meno almeno.
Io continuo la mia ricerca del mezzo, nel frattempo e' tornato anche AndreaNord dalla Nuova Zelanda, e con lui si fara' un ancora indefinito pezzo di strada assieme, a partire dall'acquisto dell'auto.
Sembra un ragazzo a posto, lodevole , rispettoso, e pieno di sani principi.
La prima impressione insomma, e' assolutamente positiva.
Dite a mamma di star tranquilla.



AndreaNord.


Per il resto, ogni sera, dopo cena, continuo a scendere in giardino a rollarmi una disonesta.
Ma badando bene di tenermi lontano dal barbecue e molto vicino al bordo della piscina.
Che non si sa mai.
See ya brothers.

domenica 15 aprile 2007

FEDELI ALLA LINEA. SOPRATTUTTO QUANDO NON C'E' PIU'.


Nonostante l'infelice scelta degli estremi di confronto operata dagli autori di questa scritta, la "svolta" di Ferretti, da tempo nell'aria, appare ad oggi ruvida, tangibile e ponderabile come l'acquedotto costruito dagli schiavi di Roma.


"Voglio rifugiarmi sotto il patto di Varsavia,
voglio un piano quinquennale, la Stabilita'"
.
Cosi cantava Giovanni Lindo Ferretti , correva l'anno 1984 e i CCCP FEDELI ALLA LINEA esordivano con Ortodossia.
.
" Io non so cosa vuol dire "Ortodossia" per tutti, so però cosa significa per me.
Come "fedeli alla linea": noi dicevamo infatti "fedeli alla linea anche quando non c'è", non cambiamo, rimaniamo quello che siamo.
Per noi il messaggio era chiaro, anche se ci rendevamo conto che era passibile di fraintendimento. "
G.L.F.
.
Del cambiamento lo sapevamo, se ne sentiva l'odore da tempo.
L'insieme di notizie che di lui giungevano, ognuna di per se idonea e sufficiente a creare legittimi interrogativi nella testa di chi conosce il personaggio e l'immagine che con se recava, se messe assieme davano inequivocabilmente la visione di un uomo in fase di transito, alla ricerca di un non precisato qualcosa cui aggrapparsi.
Probabilmente alla ricerca di se stesso e di quella tanto agognata stabilita'.
Probabilmente no.
Non lo sappiamo.
E non vogliamo saperlo.
Crediamo che la cosa riguardi e debba riguardare solamente lui.
E ci sarebbe piaciuto tanto, a noi che siamo cresciuti attraversando la fase matura della nostra breve esistenza ascoltando, non solo musicalmente, CCCP e CSI, che la cosa potesse non fare notizia, nell'accezione tutta gossipiana del termine.
Il litigio con Zamboni, la "forzatura" Pgr, il ribaltamento di alcuni dogmi che furono dei CCCP prima e dei CSI poi, fino alle recenti interviste e prese di posizione, ci avevano lasciato stupiti, delusi, amareggiati; come si suol dire, a bocca aperta.
Non ci sembrava possibile, o per lo meno volevamo capire dov'era il trucco, se trucco c'era.
Siamo coscienti del fatto che le cose cambiano.
Siamo abituati, avvezzi da tempo immemore oramai e per esperienze vissute, che il sorgere di ieri e' del domani il tramontare.
La ciclicita' delle cose; nel cerchio, inizio e fine sono la stesso.
Ma ci e' sempre piaciuto pensare che determinati valori e ideali siano impassibili di revisionismo e cambiamento.
Che si mantengano tali, perche' cosi, spontanei, nascono dentro al cuore.
E continua a piacerci.
Parecchio.
E' proprio per questo motivo che molto e' stato il tempo dedicato alla ricerca di un possibile e comprensibile perche'.
Qualcuno fra noi ha azzardato che se la vita e' ricerca, forse se ne puo' cogliere il senso solo guardandola da e verso diversi punti di osservazione.
O forse, ha proseguito in pecca da orgoglio, sta nel tornare in pace con se stessi, lenendo conflitti spirituali attraverso l'inevitabile mutamento.
In effetti, aveva cantato anche di questo:
.
E' l' instabilita' che ci fa saldi ormai negli sgretolamenti quotidiani.
.
Chissa'.
Dice di esser tornato a casa.
Bene.
Non lo biasimiamo.
MA non biasimiamo neanche noi stessi quando proclamiamo il nostro disappunto.
Che "il tornar a casa" ci par necessitare di una intimita' straordinaria.
Ci sembra invece che l'evento sia volutamente, inspiegabilmente ed esageratamente pubblicizzato.
E la cosa ci puzza alquanto.
Vedere Ferretti alla tv in una trasmissione dal titolo "LA FEDE I VALORI E LA PASSIONE", che punta i riflettori sui significati teologici del giorno della Resurrezione, non ci ha stupito.
Ma vedere tutto questo , trasmesso addirittura dalla televisione australiana, invece lo ha fatto.
E vedere inquadrata in primo piano, una volta di piu', la copertina della sua recente fatica autobiografica, al di fuori del contesto della trasmissione, ci ha aperto gli occhi.
E ci ha dato di che pensare.
Quante volte avevamo visto quella copertina negli ultimi mesi e quante volte ne avevamo sentito parlare.
Cos' era d'improvviso tutta questa attenzione e curiosita' mediatica per un personaggio che non era mai stato preso minimamente in considerazione solo fino a qualche mese prima?
E soprattutto,cosa cazzo stava dicendo?
Non ci pareva di capire.
Poi, abbiamo saputo che la sua recente fatica autobiografica e' alla settima ristampa in poco meno di 5 mesi e, inevitabilmente, ci e' venuto da pensare a "Non voglio comperare ne essere comprato", ed abbiamo sorriso.
Amaramente.
Ed abbiamo semplicemente pensato che forse non avevamo capito un cazzo una volta di piu'.
Ma visto come vanno le cose oggi nel mondo, non ce ne siamo allarmati.
SAppiamo di essere in ottima compagnia.
Ci auguriamo che il ritorno a casa possa essere stato per Giovanni Lindo cosa gradita e buona.
E non solo, speriamo, dal punto di vista economico.
A noi, di rientrare a casa in questo modo, non interessa.
E non vogliamo essere fraintesi.
Ci piace pensare di essere coerenti.
Per noi il messaggio resta chiaro.
Fedeli alla linea.
Soprattutto adesso che non c'e' piu'.

venerdì 13 aprile 2007

Over the falls


I stood by and waited to be called from the falls


E' oramai pensiero consolidato, a livello di fenomeno sociale, che quando non si sente parlare di mafia ne di movimenti che ne riguardino la sfera, significa che essa lavora a gonfie vele.
E gode di ottima salute.
Nell'ombra riesce a muoversi meglio, senza troppe attenzioni focalizzate ai lucrosi interessi, agisce libera, ed e' li che da il meglio di se.
Mafiologicamente parlando, mi sento di precisare, che non si pensi stia facendo apologia.
Ora, vogliate scusare l'introduzione, apparentemente poco a tema, ma me ne serviro' per un parallellismo che in un punto converge e coincide perfettamente:
il silenzio, o se non lui, le scarne notizie che giungono di me.


SuperFab and me in the bush


Nell'ombra agisco e mi muovo pure io, sto lavorando, questo non e' un segreto.
Accumulo, come sagace formica, in vista dell'inverno australe.
Inverno.
Si fa per dire.


Un'estate al mare e e
( clap clap)
stile balneare e e.

Mentalmente.
Vedete, in questo mese e mezzo, lo stupore iniziale dettato dalla novita' e' andato sfumando, e le giornate, mano a mano che il tempo passava andavano somigliandosi sempre piu'.
Nel frattempo pero', nonostante la statica apparenza di queste settimane, si programmava quello che e' per venire.
Ormai prossimo.
Sydney,
citta' stupenda,
non c'e' che dire.
Ma pur sempre citta'.
Metropoli.
Un hinterland di oltre 6 milioni di abitanti.
Civilta', cultura, easy style of life, ma niente di veramente differente rispetto ad una qualunque metropoli che io abbia precedentemente visto.
Questo, non e' che uno degli aspetti dell'Australia.


The three sisters

Il piu' "occidentale", il piu' vicino a noi in quanto a comprensione e estetica, ed il meno affine, probabilmente, all'idea che mi son fatto di questo vastissimo continente, densamente spopolato e aspramente selvaggio.
Che poi, altro non e' che quello che cerco.
La mia permanenza qui in Sydney va scemando, ormai non resta che una manciata di giorni, il tempo necessario per acquistare un mezzo e organizzare i preparativi per il viaggio, che attraversera' mesi e migliaia e migliaia di chilometri.
E tutte le esperienze e avventure che questi recheranno con se.
Non resta che lanciarcisi.
Ma se nel frattempo le mie giornate qui si assomigliano un po' tutte, di tanto in tanto, nelle rare giornate non lavorative, mi muovo alla volta di scenari nuovi e tutti da scoprire.
E il desiderio di fuga verso la natura incontaminata mi ha portato solo ieri alle Blue Mountains, 100 km ad ovest di Sydney,che deve questo nome alla nebbiolina prodotta dall'evaporazione dell'olio che fuoriesce dagli eucalipti, e che, in lontananza, dona alla catena montuosa un aspetto serenamente azzurro.
In piacevole abbandono, sollevato e finalmente libero di scaricare un po' di sana tensione da vita di citta', se mi e' permesso dire cosi, a camminare per ore e ore nei boschi e i suoi rumori.
E ritrovar se stessi.



Katoomba falls.

Rinvigorito, ringiovanito e pieno di sani propositi, ritorno alla citta', notevolmente alleggerito e ricaricato a dovere.
Che certe sensazioni te le porti dentro, ogni tanto le accantoni per far posto a dell'altro, ma quando le ritrovi, semplicemente perche' le rivivi, allora ti rendi conto di quanto molto del resto sia veramente superfluo.
Potenza della natura.
E di chi a lei si rivolge, umilmente, con l'animo votato a raccoglier quanto offre.
Nel mio caso, in questo caso, la gratitudine e' immensa.
E non siamo che all'inizio.
See ya soon brothers.

lunedì 9 aprile 2007

martedì 3 aprile 2007

Working hard or hardly working?


Downunder rifletto su me stesso.


Non che ci sia molto da dire rispetto all'ultima volta.
Sto lavorando duramente, questa settimana addirittura sei giorni e mi sono risparmiato il settimo perche' c'e' turno di chiusura.
Mi sto dando da fare?
Dopo un colloquio m'avevano preso anche all'ippodromo.
Anche qui, come ai tempi dell'universita', non ho saputo resistere al richiamo dei cavalli.


"Di muso a sfiorare la terra,
piangono i cavalli,
e impastano nel fango
le criniere."


Deve esser stata lettura propedeutica.
Bukowski docet.
Fatto sta' che per problemi di sovrapposizione di orario, ho dovuto desistere.
Lavoro solo al caffe' japone', anche l'altro lavoro e' andato, e per questo mi sento benedetto.
Al solo pensiero di aver due lavori, le gambe mi cedono di schianto.

A tre settimane da oggi dovrei essere in viaggio.
Tengo botta, anche se ne ho le palle piene, ma l'imminente acquisto di autovettura suggerisce a me, myself and I di racimolare quanto piu' possibile per ovviare a tale necessita'.
Non sto uscendo molto e spendo gran parte dei miei pomeriggi a bordo piscina, meditando e ascoltando chanson egocentrique del maestro Battiato.


"Central park
I love in the dark
ich bin klein
people sang
around the capfire ground
I remember prehistoric sound
was the time of the dinosaur age
Oh nein!
Chan-son egocentrique
self centred song
Chan-son egocentrique
self centred song
Chi sono
dove sono
quando sono assente di me?
da dove vengo
dove vado oh"

Domani,
finalmente libero,
torno in citta', con tutta l'intenzione di trascorrere la giornata ai Royal Botanic Gardens e perdervi i sensi per piu' di qualche ora.
Un'assenza piu' che giustificata.
Vi terro' aggiornati.
See ya.


"Chi sono
dove sono
quando sono assente di me?
da dove vengo
dove vado oh"