Pure morning
Salute a voi tutti brothers and sisters.
Lungo tempo e' passato dal mio ultimo breve messaggio ed io, in preda ad un vorticoso susseguirsi di eventi, trovo a malapena il tempo di scendere a terra per comprare le sigarette che e' di gia' tempo di riprendere il largo.
Nel blu dipinto di blu.
Ma andiamo con ordine e facciamo un passo indietro.
Torniamo, cronologicamente parlando, al tempo in cui solevo raccogliere broccoli in quel di Gatton.
Gatton del cazzo.
Anzi no, un piccolo passo indietro ancora.
Pescatori all'alba
Ridenti filari che trovai in quel di Gatton, trasportato dalla beautiful one e dai miei due nuovi compagni di viaggio, Denis e Filo, emiliani emancipati.
Welby lake
Ma alla fine, giusto perche' Charlie e' un gran figlio di puttana e semianalfabeta, riuscii ad aver ragione sulla sua sfacciata sfrontatezza facendomi apporre firma e timbro sul modulo per l'estensione, lasciando candidamente in bianco lo spazio in cui inserire il periodo lavorato.Cio' significa che adesso posso fare un po' come mi pare, giocare sulle date a mio piacimento e proseguire il viaggio senza il bisogno di tornare in farm.Assolutamente soddisfatto e ampiamente appagato dallo scherzetto giocato al vecchio figlio di puttana, sentivo il bisogno di rilassarmi un po' e decisi, ordunque, di prendermi una strameritata vacanza.La destinazione prima era Fraser Island, la piu' grande isola di sabbia del mondo e, secondo la leggenda, pare vi sia al suo interno piu' sabbia di tutta quella contenuta dal deserto del Sahara.Ma io che il Sahara l'ho vissuto appieno, non mi sento di dar ragione alle voci e dicerie sentite a riguardo.Fatto sta che partimmo una mattina presto destinazione Harvey bay, 350 km a nord di Brisbane.Di fronte, la tanto ambita isola.
Noleggiato un fuoristrada 9 posti, come quelli usati per fare i Camel Trophy e tre tende, salpammo per passare 4 giorni su Fraser.
Ora su Fraser non c'e' niente, ma solo sabbia, laghi meravigliosi e selvaggia foresta tropicale.
LE acque che la circondano sono tanto cristalline quanto inaccessibili, causa affollatissima e nutritissima presenza di squali tigre e di conseguenza, a voler fare un bagno si deve necessariamente ripiegare sulle dozzine e dozzine di laghi presenti sull'isola.
L'isola e' abbastanza grande , ma non tutta percorribile in fuoristrada poiche' le acque dell'oceano rientrano di parecchio, soprattutto con l'alta marea, e non lasciano strada a sufficienza per transitarvi.
Per il resto e' stato puro spettacolo, lanciati a 100 e passa all'ora sul bagnasciuga, oceano a destra e foresta a sinistra.
DAl promontorio chiamato Indian Head si poteva gustare appieno la bellezza di parte dell'isola, le sue spiagge sconfinate, la sua verde foresta, le sue acque cristalline ed i suoi abitanti, balene, delfini, mante ed i beneamati squali.
LA sera ci si accampava nella foresta, non al suo interno ma giusto a ridosso del mare, e nonostante sia assolutamente proibito, un paio di falo' ci tennero calore e compagnia durante le fredde e ventose nottate.
In piu' tenevano a debita distanza i Dingoes, che sebbene innocui, non erano proprio ben accetti.
La mattina mi ritrovavo spesso ad essere svegliato dal loro lamento e per ben due volte dal loro muso a cozzare sulla mia testa attraverso la tenda.
Ed uscire all'aperto e vederne cinque li fermi, seduti ad aspettarmi, in attesa di qualcosa da sgranocchiare...beh, ma manco due calzini in balla coi lupi va'!
LE giornate trascorrevano fra bagni rigeneranti, panorami mozzafiato e straordinarie imprese a bordo della Jeep, sfruttata a dovere improvvisando gincane e percorsi a tratti davvero difficoltosi.
Ma l'entusiasmo a bordo era davvero alle stelle, divertimento, a tratti apprensione, garantito.
Ma a parte un'occasione, non ci si e' mai arenati e tutto cio' grazie ad Andreanord, pilota dalle indubbie capacita'.
E cosi, dopo 4 giorni di tutto cio' a cui dovrei per onor di cronaca aggiungere tutta una serie di altre situazioni, fra cui spettacolari partite di calcetto su infinite distese di "terre emerse" rubate all'alta marea, giungeva il momento di tornare sul continente.
E da li proseguire ancora verso nord, che di freddo se n'era gia' avuto abbastanza.
Lungo il tragitto ci si e' lasciati andare a piu' di qualche strappo alle regole, dormendo in 8 in casette riservate per4, trafugandone asciugamani piumoni e quant altro potesse tornarci utile durante il proseguimento.
Una volta siamo stati anche beccati, e non ho di certo perso occasione per dar sfoggio delle mie indubbie qualita' diplomatiche risolvendo la situazione con un sorriso e promesse degne del gatto e la volpe.
E cosi ancora strada e strada e dopo un migliaio di km giungemmo ad Airlie Beach dove affittammo un caravan, sempre per 4 ma dormendoci in 8.
Una sera poi ci venne voglia di Barbecue, e visto che non ne avevamo uno a portata di mano, pensammo bene di approfittare della generosita' di un resort a cinque stelle, entrado quatti quatti(ma dove???) alla luce lunare ed utilizzando tutta la strumentazione necessaria per la riuscita di un pranzazzo luculliano.
CE ne andammo senza salutare, ma per ovvi motivi.
Lake Mackenzie
E cosi, a parte qualche bravata da teppistello in erba, mi ritrovai a girar per il porto di Airlie Beach, dacche', in qualita di falso Ulisse, cominciavo a sentir insostenibile questo viaggio senza l'ausilio di una barca.
E fra yatch, velieri e fuoriserie ormeggiati qua e la, venni rapito in particolare da una vecchia barca, un galeone in miniatura, di sicuro l'imbarcazione piu' anziana di tutto il porto.
Il suo nome era CORAL TREKKER, e di gia' alimentava in me fantasie degne del miglior pirata e ricche di spunti per un novello Omero.
DOvevo assolutamente salirvi a bordo, ma non di certo pagando il biglietto, di sicuro troppo caro per le mie esigue finanze.
Pensai che poteva essere una buona idea quella di imbarcarsi in qualita' di mozzo, per prender poi, in un paio di settimane, controllo della barca.
SEnza troppi scrupoli, mandai alla compagnia di quella che sentivo ormai essere la mia barca una email in cui spiegavo della mia esagerata conoscenza del mare e delle mie indubbie capacita' di pescatore, adducendo anni ed anni di esperienza nella pesca di totani e calamari nello Stretto di Messina.
TRascorse una notte e l'indomani mi ritrovai di nuovo al porto , gironzolando fra le numerose imbarcazioni e buttandomi di tanto in tanto qua e la a concedrmi un po' di relax.
ED in uno di questi momenti, la quiete fu interrotta da una telefonata, numero sconosciuto e sorpresa alle porte:" Sono il Capitano del Coral Trekker, sei tu che hai mandato una email?
Bene, salpiamo fra 20 minuti."
Giusto il tempo di correre al caravan, raccattare lo zaino e metter piede a bordo, destinazione Whitsundays e Grande barriera Corallina, sulla scia che fu del Capitano Cook.
IL viaggio continua, questa volta via mare, ed e' sempre piu' straordinario.
See ya soon BRo.