mercoledì 23 luglio 2008

Mas tequila, senorita! (rock'n'roll is not just play guitars)

"Me gusta tomar mis copas
Aguardiente es lo mejor
Tambien el tequila blanco
Con su sal le da sabor"

Era stata una serata come tante altre prima di allora , era cosi da sempre quando ci trovavamo giu' in citta', dove io e i miei nuovi vecchi amici Mick "the finger" and Louie "the king" ci eravamo dati appuntamento per un bel pezzo di carne al sangue, come quelli che ci facevamo a Waco, giu' nel Texas, quando potevamo ancora cavalcare liberi, un imprecisato numero di bevute a seguire e l'inevitabile scorrazzare fra un pub e l'altro in Surry Hills, ad ammazzare tempo e salute.
Cosi dicevano.
Fino a quando ne ebbi abbastanza, ne accesi un' altra e presi la via di casa.
" Are you going?" mi sbraito' Louie the king, in realta' molto piu' interessato alla pisciata che stava mollando su quel vecchio garage che non a sapere dove fossi diretto.
Era da sempre un grande fan degli Stones.
"I'm gonna down the Mexico way, where i will be free!!" gli urlai di rimando, allungandogli un ghigno di ben servito.
"Mexico??
......
Tequila senoritaaa!!"
Fu questo che biascico' sul liscio asfalto urtando un bidone arrugginito, rovinando in terra a rotolare con una fragorosa cascata di bottiglie in vetro sulla pisciata di qualcun altro.
Just like a rolling stone.
Il vecchio Louie.
Dicono fosse un talento, che vederlo lanciare era uno spettacolo, da qui il soprannome "the king", ma un serio infortunio ne impedii successo e una brillante carriera, e lui era finito a giocare a livello dilettantistico, lasciandosi poi andare ad invecchiare e marcire prima del tempo.
Io mi trovavo ora a sfrecciare fra la Oxford e Canning Hwy, su un'Alfa di recente produzione, agile e scattante felino nella notte della giungla metropolitana, rapito del canto trascinante de la Cancion del mariachi, la versione di Banderas ed i Los Lobos.
Sara' stato all'incirca due chilometri prima di casa, e mi sarei avventato di prima sulla chitarra ad emulare il latino eroe, che la nottata avrebbe invece preso una piega differente.
Le luci rosse e blu sul ciglio della strada un cento metri avanti a me, non mi davano alternativa. Non potevo far altro che rischiare, sapendo a cosa andavo incontro.
E fu proprio quello che incontrai.
Paletta a sbarrare la strada ed invito ad accostare.
Abbassai volume e finestrino ed inizio' quella che sarebbe stata una conversazione intensa con un insolito interlocutore, un agente della stradale.
"Good evening" disse.
"Hey".
"Posso vedere la patente, please?"
"Mi spiace agente, l'ho dimenticata, ma abito giusto dietro l'angolo, se vuole gliela vado a prendere adesso."
"Non ha un altro documento?"
"No, i'm sorry, i forgot the pocket".
Mugugno' per un istante, poi incalzo':
" e dov' e' stato questa sera?"
" Bowling".
"Any drinks?"
"Few beers late this afternoom, then Just a couple of coffee".
"Ok, Mr......??"
"Lafuma."
"Lafuma...mmm....Spanish, huh??" disse dondolando leggermente su e giu' il capo con aria soddisfatta, non aspettando altro che una mia conferma.
"Yeah...sometimes."
"Sometimes???" mi chiese di rimando, mutando rapidamente espressione, che ora si componeva in una poco rassicurante smorfia storpiata dall'incredulita' alla troppo ardita risposta.
Merda.
Pensai per un istante, poi provai a ribattere.
"Sorry, i mean sometimes cause sometimes people guess i'm spanish...
Ma non l'avrebbe bevuta.
D'altronde di bevuto li, bastavo io.
"Listen Mr. Lafuma, can you please blow here inside the straw???" mi chiese, in realta' ordinandomi di soffiare in quell'arnese idoneo a misurare il livello etilico del sangue.
Ffffff...
"No, no, no...you must blow, you know???", riporgendomi la cannuccia, leggermente stizzito.
Ffffff....
"YOU MUST BLOW!!!!!" alzando ora la voce con fare inquisitorio.
FFFFFFFFFF!!!
Vi fu qualche istante di silenzio, ma passo' velocemente.
"Please jump out from the car and follow me".
Mi prestai alle sue volonta', e veramente non so perche', ma mi baleno' in mente l'immagine del mariachi che suona quell'assolo leggendario sul bancone di quel bar.
Lo seguii per una ventina di metri, fino a raggiungere altri tre agenti, impegnati a scrutare il traffico stradale e pronti a fottere qualcun altro.
Uno di loro si allontano' e torno' dopo qualche minuto su una Ford a scacchi bianchi e blu, accostando giusto in fronte a quel gruppo di persone in cui mi distinguevo per esser l'unico a non indossare una divisa.
Uno di loro apri' la portiera posteriore, e con lo sguardo mi invito' a salire.
Continuando in quell'improbabile farsa che di diritto si annoverava fra le peggiori recitazioni di tutti i tempi, chiesi con fare ingenuo tendente all'impaurito:
"Sorry...but, what's happen???"
"You are under arrest....too many drinks."
Era fatta.
"The bloody coffee, huh?", mi lasciai scappare con tutto il sarcasmo di cui ero capace.
Giusto il tempo di strappare un ghigno ad un agente che venni sospinto sul sedile posteriore, e partimmo destinazione centrale di Bay's water.
All'interno della volante regnava un silenzio surreale, ma non ci feci caso piu' di tanto, troppo occupato a rivedere il film di quella che era stata la mia serata, sequenza dopo sequenza.
Dalla proiezione di Desperado all'incontro giu' in citta',a quella coppia di aborigeni che se le dava fra l'indifferenza di teenagers eccitati dall'ancor giovane serata, a quei bei pezzi di figliole che provammo a rimorchiare al White Horse prima che iniziassero a starnazzare come quaglie, a Mick "the finger" e l'ultima cosa che di lui avevo incrociato prendendone congedo, e cioe' il suo rinomato dito medio.
Chissa' se il vecchio Louie stava ancora rotolando.
Mi trovai poi a guardare fuori dal finestrino, incrociando gli sguardi di tutti quelli che superavamo, macchina dopo macchina, e c'era una tale varieta' di espressioni, che provai ad immaginare alla loro di serate, se di tutti quei film erano stati attori o semplici comparse.
E pensai poi alla serata di quelli che erano ora i miei compagni di viaggio, posando gli occhi sul retrovisore ed incrociandone di uno gli occhi morti.
E pensai, che tutto sommato, e nonostante le fastidiosissime conseguenze, la mia di serata era stata migliore della loro.
Perche' se non altro, da tutto questo io ci avrei tratto e scritto un racconto;
l'agente Peters solamente un verbale.
Che palle.
See ya

Kapisc Lafuma, in un deja-vu' tardo-adolescenziale, ampliando il freakantoniano concetto di "bevo solo quando guido" in "bevo anche quando guido". (immagine da repertorio, sulla tratta Adelaide/Melbourne, tardo novembre 2007)

12 commenti:

Anonimo ha detto...

ma che cazzo fai costantì????????????????????????????????????????????????

Giredue ha detto...

$

2pa ha detto...

...ma ci devi raccontare com'è finita, mica te la puoi cavare così ;)
e poi...ma che macchina guidavi che susie lee è sotto qualche brutto culo tedesco!? (mai + trattar così una fidanzatina!!) l'avrai mica tradita!?
e...come sono i giacigli dei gabbi australi?
inzomma, bel racconto, ma ho bisogno del continue!
ps: no pasaran...nunca mas!! torna e unisciti alla lotta, ti aspetto sugli appennini!!
(polenta e cinghiale o polenta e capriolo, a tua scelta!)
un abbraccio

Vali ha detto...

Immagine di repertorio si...un buon rosso dalla Barossa Valley mentre si guardavano gli altri faticare intorno all ennesima ruota andata...!! Bei tempi... bacio!!

nonsisamai ha detto...

speriamo non ti deportino! :)

per quella cosa...e' solo che ho chiaccherato un po' di tempo fa con un'anziana coppia, lei italiana e lui libanese, i genitori di una mia amica che si stanno trasferendo qui stavolta dalla francia. loro hanno vissuto in un sacco di posti, tra cui l'australia e su questo mi hanno fatto un discorso a cui non avevo mai pensato. cioe' loro dicevano che fra tutti i paesi in cui avevano vissuto l'australia era il migliore, ma sono praticamente scappati dopo tre anni per la "sindrome dell'isolamento". dicevano che era tutto fantastico, ma la sensazione di "essere lontani da tutto" dopo un po' era diventata troppo angosciante. e ne parlavano come una 'sindrome' comune a molti stranieri li', come una cosa risaputa (che io ovviamente non avevo mai sentito...). e' vero? e' proprio cosi'? la senti anche tu questa cosa?
a me questa cosa sembra davvero interessante, non so nemmeno perche'. o forse si'.
beh, ciao, fammi sapere!

Anonimo ha detto...

Mizzica che uomo! comunque un giorno, se scriverai di tutte le te avventure, ne uscirà fuori un'enciclopedia.. attendo la pubblicazione ;) Per il resto stammi bene e vedi di non farti mettere in gattabuia troppo spesso ok? ricorda che dobbiamo incontrarci alle eolie, io ho già pronto costume e asciugamano :D

un bacio amico, a presto, take care!

Dea

Anonimo ha detto...

Neppure in Italia ti era mai riuscito un numero del genere....meglio di un goal con tunnel di tacco al buon vecchio Riz.....
Un abbraccio forte riccardò!!!
Struzz

2pa ha detto...

ricky, mi prendo la briga (Se posso) di dire la mia in risposta a nonsisamai: in quei 6 mesi in cui ho vissuto in Oz era un piacere, per non dire un bene essere lontano da tutto e da tutti. i mesi in questione furono maggio - novembre 2001. 3 eventi:
- g8 di genova (giugno 01)
- 11 settembre
- inizio guerra in afghanistan
erano, eravamo fieri di esser lontani dal mondo, sentivo tanta gente dire "le brutture stanno overseas", gli stava bene così.
come dice bill bryson in Downunder (che ti consiglio di leggere), sono la periferia del mondo. e gli va bene così!
poi logico, questo porta dei pro e dei contro, ma sta ad ognuno, a cosa vuole e cosa cerca da un paese in cui va a fare un'esperienza di vita.
di sicuro Oz è + tranquilla di molti altri posti in cui son stato. e di sicuro + di US, o almeno così credo (in Us mai stato, sorry!)
a ognuno la propria, ma ringrazio Dio (e me stesso x la scelta) di aver fatto la scelta di OZ oramai 7 anni fa (sigh).
buon US
x ricky: quanto di multa alla fine?!?!?! osei ancora dentro che non rispondi!? ih ih ih

2pa ha detto...

ma sei sparito?
cazzo, volevo salutarti prima di partire x il viaggio in Calabria Saudita!!
vabbeh...fai il bravo Rick, e continua a strimpellare e a sgolare il buon vecchio Johnny Cash ovunque tu sia: alla fermata del bus, nel deserto, nel parco, sotto casa...
hasta pronto hermanito!

Anonimo ha detto...

ciao deficiente. aspetto sempre di riempirti di botte, prima che facciano gli aborigeni. spero mi lascino ancora un po´di carne da spappolare fratello!
ma dove minchia sei finito? ho assoldato una militia bellunese pronta a fare le scarpe a qualsiasi thienonzo che se ne stia per tornare in italia. vedrai che bel comitato di benvenuto...
vogliamo sapere dove sei per venirti a prendere.
ciao scarsissimo
mätte

The False Ulysses ha detto...

@ Amanda: tutto vecchio, acqua passata...tutto procede tranquillo, Darwin si avvicina, la costa west e' spettacolare.
Io continuo imperterrito, nonostante qualche imprevisto.
Connettersi e' un disastro e quando lo posso fare non hai idea degli arretrati da sbrigare.
Meglio spegnere il computer e tornare a coprirsi di terra rossa.
A presto

@ Girelli: si, e non solo...una bella rottura di coglioni...complicazioni impreviste ma con qualche accorgimento ed un po di flessibilita' si riesce sempre ad aggirare l'ostacolo.
E se non ci si riesce, ci si stappa n'altra birra no???
UN abbraccio

@ Oz2pa: non aver fretta vecchio mio, altrimenti a cena che minchia ti racconto.
Il gabbo australe??
Non so, ci son andato vicino, ma non ho avuto la possibilita' di tastare il materasso.
E poi, fronte a polenta e cinghiale, quaste son cose che passano in secondo piano no???
NO PASARAN!
UN abbraccio fin giu' in calabria....strano , ma quest anno diversi amici son andati a trascorrere le ferie in calabria..dev essere il suo fascino medio orientale..
Un abbraccio

@ VAli: hai proprio ragione tesoro, ce la stavamo godendo tutta, mentre qualcun altro si adoperava al cambio dell'ennesima gomma.
C'est la vie no???
Un bacione
shi shi shi

@ nonsisamai: ciao ciao ciao.
Credo che la risposta di oztupac sia valida, anche se il discorso andrebbe ampliato a dismisura e non c'e' davvero tempo ora.
Non mi connetto da una vita, il paese e' isolato non solo dall'esterno ma spesso e volentieri anche all'interno.
Ieri, solo per farti un esempio, il telefono ha ritrovato rete dopo circa 12 giorni e 4000 km.
Con calma, mi fara' piacere ritornarci.
E comunque, si e' vero, la sindrome da isolamento esiste, ma esiste solo se vieni dal di fuori.
Gli australiani non sono molto preoccupati di quetsa cosa, nel senso che il loro mondo, e' quello che li circonda.
E basta.
Riguardo quello che succede overseas, non credo ci sia molto interesse, tranne quando la cosa riguarda l'australia in prima persona.
Qualche settimana fa leggevo su una rivista di controinformazione un interessante opinione: e cioe' che la gente comincia a manifestare maggiore interesse e maggior paura per un conflitto bellico quanto questo piu' si avvicini ai confini nazionali.
Crdo sia indubbiamente vero.
E questo vale non solo per la guerra, ma un po' per tutto.
E dato che l'australia essendo un isola di confini non ne ha, capisci come sia facile cadere nel disinteresse per quanto avviene nel resto del mondo.
E si accontentano di quello che hanno e della propria comunita'.
O se ne vanno a bere ettolitri di birra.
E' quello che di tanto in tanto fa anche kapisc lafuma.
UN forte abbraccio.

@ DEA: non manchero'.
Ne nella pubblicazione, ne nel non tornare piu' in gattabuia(non ci sono stato, esperienza mancata mizzica!) ne tanto meno nel farmi trovare pronto e fumante alle eolie.
MI credi no???
UN forte forte forte abbraccio.
E un bacio, of course.
A presto

@ Struzz: semprte numeri di alta scuola no???
VA la mona, ti si vecio ti si!!!!
Un abbraccione

@ Oztupac: intervenga pure quando vuole don D'alfonso, onorato mi sentii.
Baciamo le mani.
PS: per il ritardo, perdona, sono a Broome adesso, e ritrovo internet dopo una ventina di giorni.
Che meraviglia!!!!
Stammi bene va la' cumpadre!

@ Handicap cowboy: sono a broome ad ora, arrivato ieri e giusto in tempo per le staicase to the moon.
Siamo in luna piena.
Fino a qui ho cercato di seguire le tue indicazioni, tutto procede tranquillo.
Karijini straordinario,fino ad ora su tutto il resto.
Quanto al sapere dove sono, non preoccuparti, saro' io a trovare te.
O meglio ancora , andando a cenare dall'oztupacco nazionale, aspettero' che passi a prendermi venendo giu' dalle tue cazzo di montagne.
E rimpiangerai la scelta di non restare a vivere con gli anangu sotto uluru.
CAzzi tua!
Stai bene
Un abbraccio.
Ed un pugnazzo alla milza.

Regina Simplipam ha detto...

Accidenti che tenacia!! Anche io sono una viaggiatrice e ho mandato al diavolo il mio lavoro per dedicarmi alla ricerca del paradiso!! Sono stata in giro per quasi un anno tra sud e centro america, in precedenza ho visto l'india ma ancora nulla. Prossima tappa Australia!!
In bocca al lupo