domenica 11 febbraio 2007

Rendez vous



PArigi.

Son qui da solo un giorno.
Risiedo alla Bastiglia.
Logisticamente parlando, una zona molto comoda.
Ieri sera, alla luce lunare, zonzerellavo un po' a casaccio.
Ho iniziato la parata turistica attraversando il Marais, orgoglio omosessuale.
Non che fossi alla ricerca di particolari emozioni, ma da qualche parte bisogna pur iniziare, ed io ho iniziato il trip per Parigi in mezzo ai ricchionazzi.
C'est la vie.
Il voyage pa Paris proseguì a Montmartre,
che,
storicamente parlando,
è regno indiscusso dello stile bohèmien.
Dalla basilique du Sacrè coeur, arroccata su un colle che si raggiunge dopo una scalinata elicoidale di 234 gradini, e manco a dirlo, l'ho fatta di getto (constatando uno stravigore fisico per il quale ringrazio HAnk, il vecchio sporcaccione), mi son trovato di fronte ad una visione di PArigi che si presentava in buona parte della sua estensione.
Tres bien.
Mon Dieu.
Cristo di un Dio.
Poi,
visto com'era iniziata,
spunto inaspettatamente di fronte al Moulin Rouge, fra turisti, curiosi, sporcaccioni e gallinelle.
E siccome ne avevo abbastanza, m'è venuta sete, e cosi son andato a farmi un paio di pintazze in un bistrò, di cui non ricordo il nome e neanche la zona.
So che, prendendo il metrò, era alla fermata successiva a quella di Stalingrad, dove ho osservato una decina di secondi di silenzio, alla memoria storica.
Il bistrò ha chiuso, e son tornato alla bastiglia, scimmiottando anarchy in the uk nel metrò con un forte, quanto discutibile, accento di Borgogna.
Reminescenze.
Rimembranze.
Poi, buonanotte.
Stamattina mi son svegliato verso l'una, un salto al mercato fuori casa, un chilo di gamberi, una bozza di vino e due righe sul diario.
Ma giusto due, che c'ho un sacco di cose da fare,
fra cui risalta,
per importanza,
la bozza di Chardonnay da finire.
E poi c'è anche Parigi,
che ricchioni a parte,
è ancor tutta da scoprire.
Au revoir.

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